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News da cilla

Proponiamo la trascizione degli interventi del Presidente della Fondazione Cilla, Mario Baroni, e di S.E. Card. Angelo Bagnasco al termine della visita al nostro Centro di Accoglienza di Genova.  

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Mario Baroni

Eminenza Reverendissima, siamo grati a Gesù ed alla Sua mamma, a Cilla e al nostro caro amato Giussani, a tutti i nostri bambini che ora ci guardano dal cielo e che sono passati dalle nostre case di accoglienza. Siamo grati a Lei e a don Piero, parroco della nostra parrocchia, per il dono della Sua presenza, che per noi è un grande dono.

Noi siamo tutti qui con la porta del nostro cuore aperta, anzi spalancata, per accoglierLa ed ascoltarLa. La Sua persona ci rende presente fisicamente Gesù che viene e che vuole amarci e donarci se stesso. Lei, caro Arcivescovo, ci sta portando tutto l’amore, la gioia e la sollecitudine che Gesù, attraverso la Sua Chiesa in Genova, ha nei confronti di ciascuno di noi. Noi siamo qui e desideriamo dirLe che Le vogliamo bene, che ci affidiamo completamente a Lei come padre e pastore, affinché la nostra vita, i nostri dolori, le nostre gioie, il nostro impegno e la nostra testimonianza siano in profonda comunione con tutta la Chiesa locale e diocesana.

Questa è un’opera di carità ed il fondamento del nostro impegno e di quest’opera è la coscienza di essere amati, voluti e scelti da Cristo stesso perché la Sua gloria sia più manifesta nel mondo. Nel Suo messaggio alla giornata di inizio anno di Comunione e Liberazione Lei ci aveva scritto che Gesù è la verità, ma anche la via e la vita, per questo altra strada, altro metodo non è possibile fuori di Lui, fuori dal rapporto con Lui, Salvatore ed Amico. Egli ci conduce nelle vie del Suo amore, esperienza esaltante ed esigente insieme, che chiama in gioco noi e tutto di noi, chiede la luce della Fede ed il rigore dell’Ascesi. Non siamo soli, Lui è con noi perché si è fatto Dio con noi. E’ con noi nel Suo corpo che è la Chiesa, è con noi nel dono del Vangelo e dei Sacramenti, innanzitutto nella Divina Eucarestia. Esiste forse un’impresa più esaltante? Un’ideale più affascinante? Ecco, oggi con Lei qui fra noi, siamo più certi e consapevoli di questa impresa e più affascinati da questo ideale che è Cristo stesso. Ci dica, Eminenza, una parola che rafforzi la nostra Fede e ci dia una speranza certa in virtù della quale possiamo vivere il nostro presente, come dice il Papa, spesso faticoso e, a volte, drammatico, nella Sua enciclica della speranza. Noi abbiamo bisogno in questo luogo di riscoprire la certezza, oggi, di questa speranza. Grazie.

 

Card. Angelo Bagnasco 

Grazie a Lei per queste parole che nascono dal cuore, e si sente, oltre che dalla Fede, sua, vostra che ispira questo luogo di speranza. Grazie per l’accoglienza di affetto, di calore, di simpatia da parte di tutti quanti voi. [La mia presenza] si inserisce nel quadro della visita pastorale a questo vicariato, e la visita pastorale è uno dei compiti propri del Vescovo e nello stesso tempo è anche una grande gioia che riempie il cuore del Vescovo e di ogni pastore che ama incontrare e conoscere più da vicino la propria gente, il proprio popolo. Lei ha citato alcune parole del Santo Padre quando parla del presente, a volte, faticoso e drammatico: ecco questo luogo è testimonianza di questa fatica e, a volte, di questo dramma, ma nello stesso tempo anche di una speranza più grande di noi che nasce dalla consapevolezza della Fede che Dio non è lontano, ma è vicino. 

L’immagine di questo Gesù bambino, che tra poco benediremo, è proprio l’immagine di ciò che è accaduto e continuamente accade nella nostra storia e nella nostra vita: Dio si è fatto con noi. Questa è la sorgente perenne della nostra speranza, della nostra fiducia, è quella serenità interiore che resiste alle fatiche e, talvolta, ai drammi del nostro presente e della nostra vita.

Se Dio è con noi, se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? - ricorda l’apostolo San Paolo. Vorrei proprio confermare, insieme alla mia stima ed al mio affetto per voi, [volontari] ed ospiti, - ma siamo tutti in qualche modo ospiti di questo mondo -, insieme al mio apprezzamento, in particolare, per gli amici di Comunione e Liberazione che di questo sono l’anima ed il sostegno, vorrei confermare la radice della nostra speranza come ci ricorda il Papa. In questo clima natalizio noi tocchiamo con mano, come diceva uno degli ospiti, la presenza di Gesù, il Dio con noi che il Natale ci porta e ci rivela con estrema poesia, ma che, al di là della poesia, diventa realtà che non ci abbandona mai. Infatti in questi luoghi, come in tanti altri dove si fatica nel presente, si tocca con mano la presenza del Signore. Il Dio con noi sorgente, garanzia, pegno di fiducia e di speranza per cui l’ultima parola sulla nostra vita terrena non è assolutamente la parola del dolore e della croce, ma è la Gloria della vita, dell’amore, della Resurrezione.  Questo è quello che vorrei ricordare, a me innanzitutto, in questo clima d’Avvento e a voi che vivete questa esperienza ormai nella fedeltà degli anni - che non è poco perché quando c’è la fedeltà negli anni vuol dire che le cose sono vere, altrimenti si sfilacciano subito e svaniscono- vorrei ricordare, dicevo, la sorgente della speranza: il Signore non ci abbandona mai, si fa continuamente bambino per venire vicino a noi, senza spaventarci, ma semmai per intenerire le amarezze e le durezze del nostro cuore con l’immagine, tenerissima, del bambino. Vi ringrazio ancora per questa accoglienza e di cuore benedico questo Gesù bambino e tutti quanti voi.