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News da cilla

Lo scorso 10 giugno 2010 alle ore 17 in Via Tiepolo 12 a Zelarino - Mestre è stata inaugurata la nuova casa di accoglienza dell’Associazione Cilla, che ha iniziato la sua attività lo scorso dicembre. Al taglio del nastro hanno presenziato il Vicesindaco di Venezia, dott. Sandro Simionato, il Presidente della nostra Associazione, dott. Salvatore Albanese ed i vertici dell’ULSS 12 con il Direttore Generale, dott. Antonio Padoan. 

La nuova struttura di accoglienza, che si trova nelle immediate vicinanze del nuovo ospedale dell'Angelo di Mestre, può ospitare fino a 6 persone e dispone anche di una cucina, un soggiorno e una lavanderia.

 

Nel presentare l’attività della sede, il responsabile locale, Lorenzo Montemezzo, è partito dalla domanda: “perché lo faccio? Perché mi accorgo che il bisogno che hanno i parenti dei malati è lo stesso mio: avere sì una struttura bella, economica, comoda ...Ma più andiamo avanti più si scopre un bisogno che qualcuno ti voglia bene, che ti comprenda nel suo abbraccio.

Un'esperienza di dolore provoca di più la nostra vita a un abbraccio totale: stiamo insieme perché condividiamo un'esigenza più grande. E allora la domanda come stai? non è più formale, non è un semplice saluto. Questo servizio mi aiuta a capire che nulla nella mia vita è scontato. Ha a che fare con la capacità di abbracciare tutta la realtà, non solo il routinario, nasce da qualcosa che ho incontrato. Non vengo qui nel mio tempo libero, perché ho un vuoto da riempire, anzi porto un "pieno" che ho nella mia vita e che solo rende possibile il porsi di fronte a una persona che, magari, ha la moglie che ha un tumore."

 

Doriana, una delle volontarie della casa di accoglienza, racconta il suo inizio in questa casa dicendo: "Ho iniziato perché avevo bisogno di imparare a vivere una gratuità. Incontrando queste persone fai i conti con il significato che dai al tempo e al senso della vita".
Salvatore Albanese, nel suo intervento ha sottolineato "come non ci si abitua a queste inaugurazioni. La soluzione di un problema tecnico è solo l'inizio di un rapporto. Ci caratterizza non la voglia di risolvere problemi, ma l'esigenza di condividere uno dei momenti più drammatici della vita di una persona. Non siamo fornitori di risposte, ma compagni di domande, delle domande fondamentali della vita, della domanda di essere felici, lieti anche in un'esperienza dolorosa.

Tanti si occupano dei malati, ma dei parenti quasi nessuno. Nessuno, tuttavia, può dare qualcosa che non abbia prima ricevuto lui. E' perché qualcuno ci ha voluto bene prima che possiamo balbettare a queste persone: ti voglio bene. A muoverci è la voglia di annunciare che Gesù Cristo ha risolto i problemi dell'uomo."

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