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CON IL CONTRIBUTO DI

 

 

Inaugurati i lavori di ripristino di Casa Paolo VI: 
negli ultimi 5 anni ha ospitato 15mila familiari dei pazienti ospedalieri
L’intervento, realizzato nel decennale della Casa, l’intervento è stato reso possibile grazie al contributo di 270.000 euro da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e grazie al contributo della Regione Veneto
 
È una bella e tranquilla palazzina nella prima periferia di Padova, nel quartiere Forcellini. E nessuno passando in via Meneghelli di fronte alla Casa Paolo VI potrebbe sospettare che solamente l’anno scorso, con i suoi 65 posti letto, questa struttura gestita dall’Associazione Cilla abbia ospitato più di 3100 persone, per un totale di oltre 13.500 pernottamenti.
Da dieci anni infatti l’Associazione ospita nella casa Paolo VI i familiari delle persone ricoverate negli ospedali padovani. Se n’è parlato oggi (martedì 21 febbraio ndr) alle 11.00 in una conferenza stampa tenuta nella stessa Casa di accoglienza, alla quale sono intervenuti Salvatore Albanese, presidente nazionale dell’Associazione Cilla, Marina Bastianello vice presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e, in rappresentanza di Adriano Cestronedirettore generale del presidio ospedaliero di Padova, la responsabile dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico dell’Azienda Ospedaliera di Padova Silvana Bortolami.
Alla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo la casa Paolo VI deve molto: intervenne nel 2002 per consentire l’acquisto dell’immobile e oggi e oggi ha contribuito alla gran parte dei lavori di ristrutturazione della casa, conclusi in questi giorni in coincidenza con il decimo anniversario, con uno stanziamento di 270mila euro, ai quali si sono aggiunti altri 30mila euro della Regione Veneto.
Un bel modo per festeggiare il decennale, che sarà coronato venerdì 24 febbraio alle ore 21 nel Teatro Don Bosco si via San Camillo De Lellis dallo spettacolo teatrale “Lazzaro vieni dentro” “mistero allegro” di Giampiero Pizzol con Marta Martinelli e Carlo Pastori e la regia Carlo Rossi, spettacolo vincitore del bando I teatri del sacro 2011.
Tornando a Casa Paolo VI, Antonio Finotti, Presidente della Fondazione, ha dichiarato: «Il sostegno a quei progetti tesi a migliorare i servizi di accoglienza dei malati e dei loro famigliari rappresenta per la nostra Fondazione una scelta coerente con una programmazione di interventi in cui i bisogni dei soggetti più vulnerabili hanno assunto, soprattutto in questi ultimi anni, crescente importanza. Di qui lo stanziamento di 270.000 euro per i lavori di sistemazione e adeguamento della Casa di accoglienza Paolo VI, struttura, peraltro, la cui realizzazione è stata resa possibile grazie anche al contributo del nostro ente. Tale impegno riflette la consapevolezza dell’importanza di offrire a coloro che vengono nella nostra città per sottoporsi a cure specialistiche, così come ai famigliari che li accompagnano, un ambiente accogliente e confortevole, in grado anche, grazie alla presenza di locali comuni, di favorire un clima di dialogo e condivisione delle proprie esperienze».
I lavori effettuati in questi mesi hanno riguardato la climatizzazione in tutte le camere, l’isolamento termico e acustico, il rifacimento degli impianti idraulico e di scarico, oltre che il rinnovamento di tutti infissi. Esigenze imprescindibili per una struttura che negli ultimi cinque anni ha ospitato 15mila persone con circa 75mila presenze complessive. Cifre impressionanti, che raccontano un fenomeno sociale, quello della mobilità sanitaria, non sempre evidenziato. «Eppure per noi, nonostante la soddisfazione di fare un servizio utile a molte persone, non sono i numeri quelli che contano», spiega il presidente nazionale di Cilla Salvatore Albanese. «La persona ha una dignità che non si può ridurre a nessun numero. Lo diciamo sempre ai nostri volontari, tutto ciò che si fa deve nascere dall’amore alla singola persona».
Una riflessione sul futuro viene da Marina Bastianello, vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. «È evidente che gli anni che ci aspettano imporrano cambiamenti forse irreversibili. Ma questo sarà uno stimolo a gestire in modo sempre più oculato le risorse, premiando chi, come Cilla, ha dimostrato di dare risposte reali ad esigenze reali. Ci vorrà creatività, passione per le persone, capacità di innovare, gusto di creare qualcosa di bello per sé e per gli altri. Qui in casa Paolo VI questi fattori si vedono all’opera: è un’iniziativa per molti versi esemplificativa».
Anche secondo Silvana Bortolami il rapporto cementato in molti anni con le organizzazioni del volontariato come Cilla fa capire che «occorre crescere insieme alle persone e ai loro bisogni». «Padova è un punto di eccellenza nell’accoglienza ai familiari degli ammalati, ma questo non sarebbe stato possibile senza un rapporto continuo tra ente pubblico e organizzazioni del non profit. È un esempio positivo di welfare community. Oggi i tempi richiedono scelte coraggiose, ma questa collaborazione in atto prefigura già le politiche sociali del domani. Occorre costruire pezzetti di comunità mettendo insieme tutte le realtà positive nel segno della centralità della persona».
«Un’esperienza vale se dura nel tempo» è la conclusione di Albanese. «In 33 anni a noi per primi si è chiarita di più l’intuizione originaria che ci ha mossi: di fronte a un bisogno come quello delle persone che ospitiamo o si pensa che siano altri a risolvere o si prende l’iniziativa in prima persona. Ma questo è possibile solo se noi stessi siamo stati accolti, abbracciati così. Abbiamo capito di più quello che diceva Madre Teresa di Calcutta quando le fu conferito il premio Nobel: il vero dramma contemporaneo non è la malattia, ma la solitudine. Solo una compagnia al destino di ciascuna persona vince questa condizione».
 
la casa Paolo VI

Marina Bastianello, Salvatore Albanese

e Silvana Bortolami

un momento della conferenza stampa

 

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