Una condivisione
             che diviene cultura

Testimonianze

Carissimi amici, mai avrei pensato che il Signore stava preparandomi la storia di grazia che ora vi racconto. Io sono originaria di Acerra, in provincia di Napoli e ho incontrato questa compagnia grazie a mio marito, afflitto da una grave malattia che circa cinque anni fa ha incominciato a manifestarsi. Per cercare di trovare una cura siamo giunti a Modena dove mio marito è stato immediatamente ricoverato e messo in lista di attesa per un trapianto. La prima sera che eravamo a Modena ero presa dalla disperazione per il dolore e non sapevo dove passare la notte: una dottoressa dell'ospedale mi diede il recapito telefonico di Casa Cilla dove quella sera stessa venni accolta a braccia aperte.

Per tre lunghi anni ci spostammo da Acerra a Modena per i frequenti ricoveri di mio marito e sempre trovai ospitalità a Casa Cilla. Qui i volontari conoscevano i problemi di ogni famiglia e ci erano vicini. Inoltre, tra i parenti dei malati nacque una bellissima amicizia improntata sulla preghiera e sulla condivisione dell'esperienza di dolore che ognuno, in maniera diversa, stava facendo. Mio marito riuscì ad ottenere il trapianto e tutto sembrava andare per il meglio: la gioia di vivere incominciava a germogliare nel mio cuore. Ma dopo sei mesi i medici ci comunicarono che il trapianto non era servito a migliorare la sua condizione clinica così siamo stati costretti a trasferirci a Torino per un secondo trapianto. Qui abbiamo trovato una seconda famiglia. 

Quello che maggiormente colpì me e mio marito fu l'amore e la gratuità con cui ci sentimmo accolti: non potrò mai dimenticare l'accoglienza di Marco che venne a prenderci con tanta premura all'aeroporto, il sostegno spirituale di Don Primo, le tante risate che mio marito si faceva con i dottori e il sostegno indispensabile di Stella che per me ormai è più che una sorella. In questa compagnia ho percepito la Presenza di Cristo che attraverso di voi mi ha sostenuto in un momento così drammatico della mia vita. Mio marito, che negli ultimi tempi aveva paura di tutto come un bambino, prima di morire aveva un viso tranquillo, rilassato, il viso di uno che si abbandona a Cristo. Ora io sono qui a Torino per vedere sul Telo Sindonico il volto di Colui che mi ha donato questa mia nuova famiglia.